PAVIA

San Maria delle Grazie

 

 

Il giorno 27 agosto del 1396 con una cerimonia solenne si avviarono i lavori per la costruzione di una certosa presso Pavia. Questo complesso monastico fu voluto dal Duca di Milano Gian Galeazzo Visconti, che intese così esaudire il desiderio della moglie Caterina espresso in punto di morte. I legami dei Visconti con il priore della certosa di Garegnano Stefano Maconi , contribuirono alla realizzazione dell’opera che si prevedeva imponente. Dopo l’insediamento dei monaci, fu incaricato il primo priore Bartolomeo Serafini da Ravenna, già priore della certosa di Gorgona, di seguire lo svolgimento dei lavori. Il 3 settembre del 1402 durante un epidemia di peste, dopo essere stato contagiato muore Gian Galeazzo e pertanto i lavori di costruzione subiscono un drastico rallentamento. Nel 1418 il papa Martino V di ritorno dal Concilio di Costanza fa visita alla certosa che lentamente si andava completando. Tra il 1425 ed il 1454 furono eseguiti i lavori di intaglio nel refettorio, nella biblioteca e nel capitolo, e fu creato il pavimento ligneo nel coro. Nel 1451 gli Sforza successori dei Visconti chiamarono  l’architetto Giovanni Solari, il quale tra il 1451 ed il 1462 progettò e realizzò la costruzione della chiesa, successivamente il figlio Guiniforte nel 1472 diede origine ai chiostri. Ai fratelli scultori Mantegazza fu affidato l’incarico di decorare la facciata esterna della chiesa, che, il 3 maggio del 1497 ancora incompleta, fu consacrata con una solenne ed affollata cerimonia. Precedentemente il 1 marzo 1474 un imponente corteo composto da circa quattromila persone, accompagnò in processione i resti di Gian Galeazzo Visconti dal castello di Pavia alla certosa, ove furono collocate le spoglie mortali dietro l’altare maggiore. Finalmente alla fine del quattrocento si completa il volere del benefattore visconteo, ovvero la realizzazione di un opera maestosa e fastosa, da questo momento in poi la struttura tenderà ad arricchirsi sempre più. Ludovico il Moro duca di Milano il 16 ottobre del 1494 accompagnò nella sfarzosa certosa Carlo VIII re di Francia di passaggio dalla Lombardia per conquistare Napoli.

Interventi strutturali nel 1514 aumenteranno il numero delle celle, che passarono da 23 a 36, inoltre nel 1516 Bernardino Luini realizzò il pregevole affresco“la Madonna con il Bambino” a cui si aggiungeranno le rilevanti opere scultoree e pittoriche del 600 e del 700. In certosa operarono infatti i migliori artisti delle varie epoche, citiamo tra gli altri.  Il Borgognone(maestro del Rinascimento italiano), il Perugino,  il Procaccini ed il Guercino. Purtroppo nel 1525, durante l’invasione dei Lanzichenecchi e con la battaglia di Pavia, la certosa subì una violenta devastazione.

Nel 1560 il Priore Generale dell’ordine certosino Piero Sarde autorizzò l’installazione delle attrezzature idonee per la realizzazione della stampa di messali e corali, ed in data 28 agosto invita tutte le certose d’Italia a rifornirsi esclusivamente dei prodotti della nuova stamperia. Il primo libro “Breviarium Carthusiensis” fu stampato nel 1561. Nel 1564 fu edificato il monumento funebre a Ludovico il Moro e a Beatrice d’Este, e nel 1569 vi furono ulteriori abbellimenti culminati con la creazione del pavimento con inserito l’acronimo  GRA-CRA (Gratiarum-Carthusia). Fu inoltre affrescata la cupola della chiesa da P.Sorri e A. Casolari che istoriarono l’Apocalisse, ed altre tarsie furono eseguite per gli arredi della sacrestia. La certosa di Pavia per la sua imponenza ospitò nel 1593 la celebrazione del Capitolo Generale dell’ordine. Tra il 1616 ed 1667 fu costruito adiacente all’ingresso il Palazzo Ducale volto ad accogliere, senza arrecare disturbo al rigore della regola, i frequenti e numerosi ospiti che si avvicendavano data la fama raggiunta dal maestoso convento. La costruzione seguì un gusto barocco, ed all’interno fu creata una gipsoteca che custodiva le copie in gesso di varie sculture ed oggetti dei Visconti. Nel momento del massimo splendore, il priore Ignazio Buono invitò Filippo V re di Spagna il 18 giugno 1702, offrendogli un lauto banchetto.

Gli eventi storici degli anni seguenti porteranno all’editto del 1781 emanato da Giuseppe II che costrinse i certosini ad abbandonare la loro dimora il 16 dicembre 1782. Tra il 1784 ed il 1810 la struttura fu abitata prima dai cistercensi e poi dai carmelitani scalzi, subendo nel 1798 la violenta devastazione operata dalle truppe napoleoniche che razziarono e distrussero con inaudita ferocia le ricchezze artistiche. Per un breve periodo che va dal 21 dicembre 1843 al settembre del1880 i certosini si insediano nuovamente a Pavia, ma la legge 3036 del 7 luglio 1866 li obbligherà ad un ulteriore distacco. Dopo qualche anno le condizioni di decadenza e di abbandono portarono don Achille Ratti nel 1897 a dedicarsi al riordino dei manoscritti e dei libri certosini che in condizioni pietose si depauperavano a vista d’occhio. Egli pazientemente e con passione dedicò molti giorni della sua vita a questa operazione. Qualche anno dopo il 10 settembre 1922, Achille Ratti venne eletto sommo pontefice con il nome di Pio XI !!!

I lavori di consolidamento al  monumentale complesso monastico cominciarono prima della I guerra mondiale, e continuarono durante il conflitto mettendo al riparo la certosa con misure di protezione per evitare ulteriori danni. Pio XI in data 9 ottobre 1930 volle affidare il luogo che aveva curato con amore e dedizione ai legittimi “proprietari”decidendo di insediare nuovamente i certosini nella struttura originariamente creata per loro. Il 25 luglio 1932 con un rito ufficiale e dopo 52 anni di desolante abbandono si rianimano gli ambienti dell’antica certosa con la presenza dei seguaci di san Bruno che vi rimarranno fino al 1946 quando decideranno di abbandonarla definitivamente. Oltre alla visita del 31 ottobre 1932 del Duce Benito Mussolini che contribuì al ritorno dei monaci, va detto che per accordi presi, il complesso monastico fu risparmiato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale evitando così la sua distruzione. L’episodio che avvenne il 12 agosto 1946 nella certosa, fu il ritrovamento della salma del Duce in sacchi di tela dopo che la stessa era stata precedentemente trafugata. Il clamore che si susseguì spinse i certosini ad andarsene. Il monastero rimase chiusa fino al 1949 quando i carmelitani si insediarono fino al 10 ottobre del 1968 quando furono sostituiti dai cistercensi dell’Abbazia di Casamari che ne divennero i custodi, consentendo così al capolavoro del Rinascimento lombardo di continuare a vivere nello splendore voluto da Gian Galeazzo Visconti.